La discussione sulle cosiddette competenze “sociali ed emozionali” (SES) attraversa ormai molteplici discipline accademiche e compare sempre più frequentemente nel discorso pubblico, in luce critica o propositiva. Come tema della riflessione entro il sistema educativo, esso genera e implica una serie di questioni teorico- pratiche: è possibile individuare gli “effetti” di tali competenze – di breve e lungo periodo – nei soggetti che ne sono dotati? Quali sono i processi e meccanismi che ne guidano lo sviluppo? E qual è il senso, la promessa e il rischio di questa “nuova narrazione educativa”? Su tutto ciò si giocano dimensioni rilevanti delle chances educative e si deve esercitare l’attenzione di tutti i soggetti delle comunità educanti, nel contesto altamente complesso della società attuale.

Durante l’incontro del 15 marzo con Andrea Maccarini - professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna – moderato da Francesco Pisanu - Direttore dell’Ufficio per la valutazione delle Politiche scolastiche della Provincia Autonoma di Trento - dopo un’introduzione sulle definizioni che ruotano attorno alle competenze socio emotive e alla loro introduzione nella narrazione educativa contemporanea, si è focalizzata l’attenzione sul bivio culturale e pratico-educativo di fronte al quale le SES ci pongono attraverso alcuni interrogativi posti per suscitare la riflessività della scuola e delle scuole. I partecipanti, divisi in gruppi, hanno quindi potuto riflettere su alcuni dilemmi: chi deve definire le SES e come? A che cosa servono le SES a scuola? Quali bisogni educativi di dirigenti, insegnanti, educatori si rietine che siano importanti oggi, in vista dell’approvazione di una legge sull’introduzione delle SES nelle scuole? Le SES chiamano in causa un nuovo patto educativo tra scuola e famiglia? Ne è nato un confronto arricchente e coinvolgente sul presente e futuro della scuola.

Sono emerse quindi alcune riflessioni sulle modalità di implementazione delle competenze socio emotive a scuola, che non possono prescindere dalla valutazione delle peculiarità dei diversi istituti scolastici a seconda, per esempio, della tipologia di utenza, della fascia di età a cui si rivolgono, del paese di origine degli studenti. Si conferma e ci si interroga sulla tendenza a tenere in ampia considerazione le competenze socio emotive nella scuola dell’infanzia, mentre quest’attenzione diminuisce gradualmente con l’ingresso alla scuola primaria fino a sparire quasi del tutto con il passaggio alla scuola secondaria di primo e poi di secondo grado. Gli insegnanti ed educatori sottolineano, inoltre, la necessità di percorsi di formazione, condivisione e supporto reciproco per poter agire al meglio all’interno dei contesti scolastici alla luce di queste riflessioni. Infine, risultano fondamentali il dialogo e la condivisione tra la scuola e le famiglie al fine di facilitare poi il coinvolgimento delle famiglie stesse e degli studenti all’interno di progetti-percorsi mirati alla valorizzazione delle competenze socio emotive nei contesti scolastici.